18/09/2015 - La FLC CGIL vince il ricorso contro il blocco della contrattazione
Subito e senza più indugi il rinnovo dei contratti dopo la sentenza del Tribunale di Roma La FLC CGIL vince il ricorso contro il blocco della contrattazione.
Come immediatamente annunciato da Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC CGIL, la sentenza del 16 settembre del Tribunale di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio e l’Aran ad avviare immediatamente le procedure per rinnovare i contratti.
Il Giudice del Lavoro, riferendosi in particolar modo alla recente sentenza della Corte Costituzionale 178/15 (con cui è stata sancita l’illegittimità del blocco della contrattazione), ha evidenziato come la sospensione della contrattazione comporti un“sacrifico del diritto fondamentale tutelato dall’art. 39 Cost. non più tollerabile”.
Lo stesso giudice del lavoro ha altresì evidenziato come per effetto dei principi affermati dalla Corte Costituzionale nella sentenza citata, l'Amministrazione avrebbe dovuto rimuovere immediatamente gli ostacoli all'avvio della contrattazione, anche per i comparti della Conoscenza, cosa che invece - a distanza già di diversi mesi dalla sentenza - non risulta sia stata ancora fatta.
Proprio per quest'ultimo motivo, stante l'inerzia dell'Amministrazione nonostante la sentenza costituzionale, secondo il giudice è fondata la richiesta di tutela giurisdizionale avanzata dalla FLC CGIL a nome dei lavoratori che rappresenta.
La condanna del Tribunale di Roma è quindi esemplare. Il Giudice del lavoro, infatti, ordina alla Presidenza del Consiglio ed all'ARAN, di dare avvio "senza ritardo" al procedimento di contrattazione collettiva per i comparti della scuola, dell'università, della ricerca, dell'Afam e delle relative aeree dirigenziali e condanna le stesse parti convenute alle spese legali nella misura di € 3500,00 oltre iva e cpa e rimborso spese generali.
Ricorso per il rinnovo dei contratti nei settori pubblici della conoscenza: la FLC CGIL vince! Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
Il tribunale accoglie in pieno le nostre ragioni e ordina alla Presidenza del Consiglio e all’Aran di aprire subito le trattative. Il Governo stanzi subito le risorse per rinnovare i contratti pubblici per le partì economiche e normative.
È questo l’importante esito dell’udienza svoltasi il 16 settembre presso il tribunale di Roma a seguito del ricorso presentato dalla FLC CGIL con cui si rivendicava il diritto dei lavoratori dei comparti pubblici della conoscenza a vedersi rinnovato il contratto di lavoro dopo ben 6 anni di blocco.
Il giudice ha accolto pienamente la rivendicazione del sindacato ordinando alla Presidenza del Consiglio e all’Aran “di dare avvio, senza ritardo e per quanto di loro competenza, al procedimento di contrattazione collettiva per i comparti scuola, università, ricerca, afam e relative aree dirigenziali”.
Tale esito tiene conto del fatto che, nonostante la Corte Costituzionale alcuni mesi fa abbia sancito l’illegittimità del blocco della contrattazione collettiva, da allora però né Governo né l’Aran abbiano ritenuto di avviare le procedure per le trattative. Il merito della sentenza rende evidente la illegittimità di molti contenuti della legge 107/15 che intendono mettere in discussione il contratto nazionale e la contrattazione nelle scuole.
Tale situazione di fatto, ad avviso del Giudice, “determina l’insorgenza di un vero e proprio bisogno di tutela giurisdizionale” e pertanto ha ritenuto di condannare l’Amministrazione pubblica anche al pagamento delle spese di lite oltre che a rimuovere la cause del blocco della contrattazione.
Ora non esistono più alibi: il Governo metta a disposizione le risorse necessarie e apra subito le trattative per i rinnovi contrattuali!